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La moda belga

Nel mio viaggetto in Belgio sono rimasta favorevolmente colpita da due cose, il cioccolato e l’architettura delle abitazioni, ma molto delusa dai negozi di abbigliamento.

Eppure il Belgio, e Anversa in particolare, ha sfornato designers che hanno creato cose molto interessanti, soprattutto a partire dalla metà degli anni ’80. Basta ricordare gli Antwerp Six (i Sei di Anversa), ovvero Dries Van Noten, Dirk Bikkembergs, Ann Demeulemeester, Walter Van Beirendonck, Marina Yee e Dries Van Saene, sei giovani stilisti diplomati alla Royal Accademy che nel 1986 hanno perpetrato una vera e propria rivoluzione nel campo fashion di Anversa. Il loro movimento ha riscosso grande successo e il loro stile provocatorio ha fatto il giro del mondo.

Purtroppo per me, ad Anversa non ci sono potuta andare, (al prossimo viaggio in Belgio sarà la prima città che visiterò) altrimenti credo proprio che non sarei rimasta affatto delusa, invece le vetrine di prêt-à-porter che ho potuto vedere nel centro di Genk mi hanno lasciata davvero perplessa.

Tralasciando la scarsa creatività e originalità dei capi, la cosa che mi ha colpita maggiormente è stata la pessima qualità della confezione. Senza esagerazioni, posso affermare che in certi casi i cinesi fanno di meglio.

Ad un certo punto, però, mentre passeggiavo per il centro di Genk, in un pomeriggio parecchio freddo e pure nuvoloso, mi accorgo di una vetrina molto essenziale, ma colorata e decorata con fiori che fanno tanto primavera, (e poca avanguardia). Non era niente di speciale, ma spiccava parecchio sulle altre vetrine monotone e monocolore, tanto che mi sono avvicinata per capire se quelle enormi parrucche messe in testa ai manichini erano fatti con fiori finti o veri.

I fiori ovviamente erano finti, i vestiti niente di eccezionale, ma confezionati molto meglio rispetto a quelli visti nelle vetrine di negozi di più alto livello. Ho pensato “niente male per un negozio con prezzi veramente accessibili”. Si trattava di un negozio della jbc, una catena di stores di abbigliamento per tutta la famiglia presente in tutto il Belgio e nel Lussemburgo. Ho notato subito una qualità decisamente buona per gli standard belgi, e poi a livello stilistico alcune collezioni sono molto interessanti, in fondo la cosa non deve affatto stupire, dato che jbc offre marchi veramente importanti, uno per tutti Zulupa PUWA, marchio di abbigliamento per bambini di Walter Van Beirendock (uno dei Sei di Anversa).

Purtroppo non ho fatto molte foto alle vetrine, non certo perché era vietato, ma perché proprio non riuscivo a fotografare quegli abiti cuciti così male. La vetrina della jbc però l’ho fotografata e la foto la posto qui.

Che ne pensate, quelle parrucche vi ricordano qualcosa? A me si, quella splendida fotografia in bianco e nero del 1968 di Richard Avedon che ritrae la prima modella africana con un’enorme parrucca di capelli riccissimi per esaltare i suo caratteri africani. So che sono molto distanti tra loro, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho visto quei manichini.

E poi c’erano pure loro…

…i manichini da bambino marziani…

… ma questa era un’altra vetrina…

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